Due di zucchero

Sofia Piras

Si dice che conosciamo davvero qualcuno nell’esatto momento in cui, una mattina, sappiamo quanto zucchero mette nel caffè.
E così ho iniziato.
Avete presente i grandi gesti, le scene, i momenti epici di una vita qualunque? Questo progetto è tutto il contrario. Non c’è nulla di grande, epico, mirabile, niente che stringa lo stomaco. C’è qualsiasi piccola cosa che avviene e che nessuno guarda. Un fermo immagine in un film, il particolare che noti solo se strizzi gli occhi.
Qui non ci sono le belle vacanze, la vita da sogno. Ci sono le fatiche di vivere una vita fatta di piccoli colpi d’occhio.
Di chi amiamo, ricordiamo lo sguardo che aveva mentre guardava il tramonto, non i colori, non il vento, non la velocità con cui il sole è scomparso. Ma la luce negli occhi di questa persona. Il modo in cui gira la testa quando non capisce qualcosa, il tappetino spostato, la pizza che ti porta in un giorno qualunque.
E voglio ricordare. Voglio sempre ricordare di come le persone mi fanno sentire. Di come lei mi fa sentire. Non riesco però a spiegare cosa siano queste immagini, non so rispondere a chi mi chiede di cosa parla questo progetto. Perché non parla di niente. Parla di quel niente che per me, in realtà, è tutto. Non chiedetemi quindi che cosa voglio dire. Non voglio dire nulla. Guardate queste immagini e pensate a quello che amate, a come vi sentite e a non dimenticare.

Bio
Mi chiamo Sofia Piras, ho ventitré anni e sono nata in Sardegna. Ho studiato al liceo scientifico, ma già da subito mi sentivo stretta e sapevo che non stavo facendo quello che volevo, così ho deciso di trasferirmi a Firenze per studiare arte e seguire la mia strada. Mi sono dedicata alla fotografia perché sentivo che era l’unico modo che avevo per dire tutto quello che a parole mi veniva male, per raccontare le persone e le loro vite.
Specialmente la mia.

Start typing and press Enter to search