Sottobosco
Roberta Baldaro
Ho scattato le fotografie dentro casa mia, mentre dentro la mia pancia cresceva un bambino. Ho disegnato sulle fotografie mentre tenevo mio figlio in braccio. Gli insetti che sono solitamente raccapriccianti, seppur innocui, possano diventare ancor più mostruosi se le loro dimensioni sono dilatate. In realtà, questi esseri sono inoffensivi e si muovono a loro agio dentro casa: diventare madre è affascinante, eppure una minuscola creatura può far paura, la casa si fa “sottobosco” pronto ad accogliere entrambi. “Sottobosco” fa parte di “Posto nuovo”, un progetto iniziato nel 2011 e suddiviso in diverse narrazioni, in cui il disegno a matita si aggiunge alla fotografia, trasformando lo scatto da multiplo a esemplare unico. Il confine tra stampa e disegno, tra paesaggio esterno e interno, diventa labile e celebra l’aderenza tra reale e immaginato, a conclusione o origine del paesaggio, un “posto nuovo”.
Bio
Roberta Baldaro (Catania 1975) si occupa di fotografia e disegno, è docente a contratto presso le Accademie di Belle Arti di Roma, Catania e Urbino, vive e lavora a Cesena dal 2009. Le ultime personali sono “Acquoso”, per il Med Photo Fest di Catania e “Refurtive” da Wundergrafik a Forlì, Entrambe nel 2017.
Tra le recenti collettive (2015/17), si segnala “Imago Mundi” a cura di Luca Beatrice, Cantieri Zisa di Palermo, “Heart” a cura di Filippo Pappalardo e Valentina Barbagallo, a Catania e “Stazione eretta” a cura di Mario Gorni, a Olbia. Tra il 2011 e il 2014, la personale “Posto nuovo”, nel circuito Collegate di Fotografia Europea, Galleria 8,75 di Reggio Emilia, le collettive “SiFest Off” a Savignano sul Rubicone (FC), “Premio Basilio Cascella” a cura di Alessandro Passerini, nel ferrarese, e “Padiglione Italia Accademie”, Biennale di Venezia, a cura di Vittorio Sgarbi.
Nel 2010 è tra i vincitori di “I sensi del Mediterraneo”, a cura di Martina Corgnati, Hangar Bicocca, Milano, è selezionata per “The Waiting Room” dalla Fondazione March di Padova, è finalista a “Digitalia”, a cura di Paolo Rosa, a Padova, e “Video.it”, a cura di Mario Gorni, alla Fondazione Merz di Torino.
Dal 2005 al 2009 espone per “Gemine Muse” a Catania, al “Festival Internazionale del Videoracconto”, presso la Fondazione Pistoletto, Biella, ottiene la menzione speciale a “Milano in digitale”, presso la Fabbrica del Vapore di Milano ed espone per “Urbana”, a cura di Olga Gambari, Biella.
Del 2004 è la personale “Anancasmo” a cura di Vitaldo Conte e Fabrizio Nicosia, galleria Arte contemporanea, Catania.