Napoli la città porosa

Monica Taverna

La spontaneità che caratterizza la citta di Napoli mostra un esempio di condizione urbana contemporanea poco convenzionale dove liberamente trionfa il non definito e la naturale porosità di un ambiente urbano; nella sovrapposizione e nell’accresci­ mento urbano lontano da un chiaro principio organizzatore, le micro cellule abitative sono nella maggior parte dei casi troppo piccole, insalubri e claustrofobiche per la vita di tutti i giorni. In una società strutturata principalmente sulle relazioni sociali, è ovvia conseguenza che l’asfittico spazio privato cerchi soluzione invadendo lo spazio esterno, cancellando qualsiasi chiaro confine: il privato esplode nel pubblico, che ha sua volta, definisce e imbeve il privato. Ecco quindi che la supposta razionalità urbana finisce per popolarsi di nicchie dove vivono coloro che reinterpretano soggettivamente lo spazio e che si aprono una propria strada di accesso all’esperienza urbana, costruendosi la propria citta e la propria identità, a volte trasmettendo fanatismi e stereotipi culturali. Superando la logica della cartolina e quella di solare mediterraneità, Napoli si presenta con il suo volto senza trucco, mostrandosi nello stesso tempo come teatro, labirinto e prigione.
Gli edifici residenziali napoletani, troppo alti e troppo vicini tra loro, ospitano al loro interno micro cellule abitative, spesso scarsamente illuminate e troppo piccole per le famiglie residenti.
La labirintica caoticità urbana sembra trovare sfogo e allo stesso tempo respiro nel suo incontro con il mare. Uno spazio pubblico ampio, aperto alla colonizzazione e alla contaminazione.

Bio
Sono nata a Belluno nel 1986. Mi sono trasferita a Firenze nel 2006 per frequentare la facoltà di Architettura concludendo il mio percorso di studi nel 2012. Sono sempre stata affascinata dal processo progettuale inteso come sviluppo e compimento di una idea e questo approccio che amo applicare in diversi ambiti creativi. Sono interessata all’osservazione e allo studio delle dinamiche sociali che abitano il contesto urbano delle relazioni che intercorrono e si generano spontaneamente tra cittadino necessita azione di modifica del proprio intorno. Amo utilizzare il mezzo fotografico come strumento d’indagine di questa realtà.

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