Me after the storm

Chiara Dondi

Nel 2018 ho iniziato una serie di autoritratti che ho chiamato “me through the storm” ed effettivamente il termine tempesta si adattava bene alla mia situazione psicologica. Come prima di una tempesta, avevo sempre creduto di essere una persona capace di calma e raziocinio soprattutto durante le difficoltà, soprattutto davanti ad un mare completamente aperto fatto di variabili. Non mi rendevo conto che invece stavo accumulando pensieri, frustrazioni e stavo usando il binocolo al contrario, cercando di guardare più in la dei miei problemi presenti e passati. Sono andata avanti così per anni, poi nel 2017 c’è stata la rottura… ed il pensiero ben definito che da questa tempesta non ne sarei mai uscita. Come il migliore dei capitani anche io mi facevo vedere sicura e tranquilla perché è questo che si chiede e che poi inesorabilmente ti porta ad affogare. In realtà l’unica cosa che mi ha salvato è stato chiedere aiuto, quell’aiuto che ero sempre stata disposta a dare io agli altri e che mi permetteva di stivare i miei pensieri da qualche parte dentro di me. A distanza di quattro anni da quel momento, ho curato la mia mente fino a poter dire che ora ho imparato a gestirmi. No, non sono guarita perché non si scappa dal proprio passato e dal proprio essere ma ci si può accettare o almeno provarci. Ora che la mia mente è salda però, mi rendo conto di aver completamente allontanato il contatto con il mio corpo. In questi anni l’ho maltrattato, riempito di medicine, gli ho chiesto di accogliere una vita e di riprendersi dalla metamorfosi che sempre ne consegue. Ora riprendo il timone di questa barca che ho usato come mezzo di salvataggio ma che in fondo sono io.

 

Bio
Nata e cresciuta a Bologna, ha studiato Disegno Industriale all’Università di Firenze. Fin da piccola ha mostrato interesse nella pittura e crescendo con l’aiuto del padre ha intrapreso i primi passi nel mondo della fotografia analogica. Negli anni il suo rapporto con tale strumento è diventato sempre più connesso al suo background di pittrice e ha iniziato a trattare la fotografia stampata come una tela da dipingere. I suoi soggetti principali sono le donne con le quali cerca di creare immagini fatte di introspezione e simbolismo.

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