Lavoro

Introduzione alle immagini di
Paolo Contaldo

Con Carlo si parte diretti.
Si racconta subito la verità. Il diario di una generazione che ha perso il giro.
Storie e ritratti di chi si è dedicato, preparato e poi è rimasto fuori.
Una scatola, con dentro le cose.
Un uomo immerso, incastrato.
Sono immagini chiare e taglienti quelle che Diego usa per raccontare
il confine tra
ripetizioni e scoperte, tra ore di lavoro e tempo per la fuga.
E adesso siamo fuori.
Abbiamo lasciato il contenitore e siamo tornati indietro, o forse molto avanti.
Alessandro con Bio Vitae ci regala spazio, ci parla di un consapevole
ritorno alla terra, alle attività
che ci liberano.
Giovanna usa la pietra e altro ancora.
Immagini di natura e segni, immagini per coinvolgere, sconvolgere la
distanza tra lavoro e gioco.
Narrazione sapiente e ironica. Figure che ci sfidano, divertono e
danno forza al messaggio.
“Il lavoro è una cosa seria”.
Il collettivo 100 ASA il suo lo fa benissimo.
Rosella ci conduce in maniera sapiente ad uno dei momenti più classici
e coinvolgenti del lavoro,
ci parla del momento in cui i pescherecci rientrano al porto. Sa di
ferro, sale e forza.
Schiavi. Il lavoro che nega l’uomo.
Francesca accende la luce e ci fa arrivare vicino.
Il cantiere. Un luogo che mette insieme storie diverse, protagonisti
che vengono da tutto il mondo.
Sara ci regala un effetto “stereoscopico” che aggiunge rilievo e
tridimensionalità a questi racconti.
Luce fredda. Sapiente la rappresentazione che Silvia fa della distanza
tra sogni e realtà. Slanci ed energia persi alla ricerca di quel
lavoro che qualcuno ha già rubato.

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