Assolo per un corpo illogico

Irene Gambuzzi

Questa notte mi sono addormentata e quando mi sono svegliata, ho capito che mi sono sempre considerata tutto ciò che non sono mai stata. Ho sempre creduto di avere una sola voce dentro la mia testa, che mi raccontava delle storie sul mondo, sull’amore. Ho ingannato me stessa convincendomi di avere solo un filone di pensiero, magari un po’ confuso, per paradossalmente, sentirmi meno sola in mezzo agli altri. Ne ho milioni di voci, e ognuna mi racconta qualcosa di diverso. Ci sono mille urla che mi raccontano dell’amore, del dolore e non mi sono mai sentita tanto sola. Ho ascoltato tanto, ho riscritto, ho parlato con le mie fotografie. La solitudine la senti solo in mezzo alla folla. Di tutti i momenti belli ho scelto quello in cui lui mi ha girato le spalle, quando mi ha lasciata sulla spiaggia a guardare il mare da sola. Io ne ho bisogno di questa di questa malinconia. La cerco ovunque, con foga. La cerco come i filtri nello zaino, come l’ombra d’estate. ~
“Crediamo di intenderci, non ci capiremo mai”, citando Pirandello.~.
Questo progetto parla della solitudine di chi uno solo non è.
Di chi è
in fila per due col resto
di uno.

Bio
Classe 1997, studio fotografia alla Libera Accademia Belle Arti di Firenze (LABA).
Nata in un piccolo paesino in provincia di Modena, ho subito avuto voglia di scappare per cercare qualcosa di più spettacolare, chiedevo al tramonto colori più belli. Ho trovato la mia stabilità a Firenze. Qui studio e osservo il mondo con malinconia.
 Le mie fotografie, infatti, sono caratterizzate da un’importante inquietudine, uno sguardo a qualcosa che non è mio, ma del quale sento la mancanza. Appassionata di ritrattistica mi sono cimentata nell’ultimo anno in una fotografia più intima e concettuale, spesso criptica. Dettagli, tagli di luce, cose che non ci sono, ma ci sono. La paura di raccontare il mondo per intero si è espressa in me nel catturare le piccole cose che nessuno vede. Sono ispirata dall’arte tutta, dalla pittura alla musica al teatro.
 Mi piace ciò che è chiaro, ma allo stesso tempo in confusione.

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